Piove merda.

E tutti guardano al cielo con le braccia stese e la bocca aperta…

Inizia così la straordinaria avventura dell’uomo nel suo mondo immondo.

C’è un motivo se le suole delle mie scarpe rimangono incollate alla merda di cane sparsa sul marciapiede, c’è una ragione se la luce è dio, se :) è felicità, se un dito è odio, se un fiore è qualcosa se è rosso, ma è qualcos’altro se è giallo, se le occasioni sono i saldi, se a natale bisogna fare i regali, se la notte è fatta per dormire, se io sono io ma posso essere anche Lei, se il pensiero è quello che conta ma contare è il massimo del pensare.

Stupefacente è il mondo immondo dell’uomo; stupefacente ma legale.

Faccio una domanda, senza cercare risposta; la folla mi guarda, esita, e poi riprende a camminare, sicura che quella risposta non è poi tanto importante; sicura che l’importante è non farsi domande; perché non a tutto c’è una risposta; perché l’esistenza di una risposta potrebbe giustificare l’esistenza di una domanda; perché le risposte stanno appese ad un melo con tanto di cartello di “DIVIETO DI DOMANDA”, che poi il capo s’arrabbia e ci butta fuori dalla classe, giù dal preside, a partorire domande con dolore per il resto della nostra umana vita mortale.

Eppure mi sembrava d’aver sentito dire che domandare è lecito, e che rispondere è cortesia…

Mi sa che qui molti vivono nell’illecito, e che qualcuno è molto scortese.

Chiedo venia; ma non pretendo risposta.

Il sole risplende accecante, incollando ombre sotto i piedi, di quelle che non si staccano, nemmeno se corri veloce. Tanto dove vuoi andare così di fretta? A morire?

Che lusso la morte; è come una grande berlina tedesca, nera lucida, con gli interni in pelle, il navigatore che ti spiega la strada per l’inferno, aggirando il problema dei lavori in corso ed i problemi in corso di lavorazione; la morte è un lusso che si paga a piccole rate per qualcosa tipo diciassette anni, fino a quando qualcuno decide che è il momento della maxirata finale. Ma non sperarci troppo, perché ci sarà sempre qualcuno che cercherà di trattenerti per godersi gli interessi…

L’aspettativa della morte è una lunga attesa di una noia mortale. Muoio dalla voglia di morire…

Invidio i tempi in cui bastava che s’aprisse il cielo per vederci la risposta ad ogni domanda, perché oggi, quando il cielo si apre, piovono bombe.

Una volta la X indicava il punto in cui scavare per trovare il tesoro; oggi invece, la X è il punto in cui lanciare le suddette bombe, di quelle intelligenti, di quelle talmente intelligenti che riescono a leggere persino le X; ma solo quelle.

Attendo un futuro in cui il raziocinante ordigno riuscirà a leggere il mio labiale: “Voglio parlare col mio avvocato”. Sfortunatamente viviamo nel presente, e in questa frase non ci sono X…

L’isola del tesoro si è meritata la X perché non ha diritto ad avere armi di distruzione di massa. Il diritto di distruggere le masse è riservato a pochi, e si conquista mettendo le X sulle isole degli altri.

«Cara, non chiamarmi “tesoro”, altrimenti mi distruggono la massa…»

Scorro le notizie del giorno: i soliti fatti quotidiani. Ogni giorno ci sono un sacco di fatti, quasi non si riesce a stare dietro a tutti ‘sti fatti: fatti esteri, fatti nazionali, fatti politici, fatti religiosi; con tutti questi fatti sembra di stare in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Infatti i dipendenti vanno recuperati, riciclati: raccolta differenziata di fatti. Prendi un fatto, recuperalo, riciclalo e rimandalo alla società, ma solo con ricevuta di ritorno, così ti torna indietro, da buon dipendente; e quando non lo vuoi più, puoi sempre metterlo in mobilità, cioè lo metti su un gommone e lo mandi a quel paese.

I fatti sono importanti: fanno parlare la gente. Ma poi qualcuno ci prende gusto e inizia a pensare. Pensare ai fatti è pericoloso, perché ci si potrebbe accorgere che è solo fumo; che poi il fumo è illegale, e qualcuno se ne esce con la conclusione che l’erba del vicino è più verde; ma intanto lui l’erba ce l’ha, e non gli va tutto in fumo come vogliono farci credere.

Forse l’erba, il fumo, i fatti, non sono poi tanto pericolosi; forse il problema vero è il pensiero che ci sta dietro, ovvero la sua totale assenza.

Scorro i fatti del giorno, e se ci penso, sento l’eco: pensieri che rimbalzano nel vuoto, nel nulla cerebrale spruzzato come melassa ad innaffiare la mente pigra divagante sul divano, che comodamente mente, cullata da grandi fratelli e da amici, nella ficscion quotidiana, in cui ognuno recita la propria parte da idiota, ed in cui il semplice pensare promuove ad entità soprannaturale tipo eroe dallo svolazzante mantello.

Superman sapeva fare due più due in un mondo che nemmeno provava a contare…

Piove merda.

E tutti guardano al cielo con le braccia stese e la bocca aperta…

Ma se solo ci pensiamo ed apriamo l’ombrello, siamo come supereroi in un mondo di idiotitotali.

IMALATIDIMENTE